domenica 21 luglio 2024

URANO IN TORO E L’INNATURALE BELLEZZA DEL MOSTRUOSO E DELL’IBRIDO

Mi sono chiesta perché, soprattutto in questi anni, la bellezza sia scomparsa dal mondo a tutti i livelli. E’ come se tutto, compresa l’arte e la moda, sia piombato in una voragine di innaturalità, squilibrio e cattivo gusto.

E poi mi sono ricordata che c’è Urano in Toro.
Urano nel mito è un generatore di mostri e mostruosità, come i Titani dall’immensa e non irregimentata forza primordiale, i Ciclopi con un occhio solo in mezzo alla fronte, gli Ecatonchiri dalle cento braccia e cinquanta teste che sputavano fuoco, le implacabili e vendicative Erinni, e solo dopo essere stato evirato, secondo una delle versioni del mito, generò Afrodite.
Urano nel segno maggiormente connesso alla naturalità, alla bellezza di tutto ciò che è naturale e naturalmente equilibrato, ha introdotto in Toro il mostruoso, l’innaturale, l’idea dell’ibridazione tra natura e tecnologia, sovvertendo in chiave aberrante valori, proporzioni e senso della misura, esasperando la realtà, evidenziando gli orrori non riconosciuti (la cecità del Toro) che albergano nell’inconscio, e affermando il decadente diritto all’esistenza del mostruoso e dell’ibrido.
In questo suo viaggio, ha parzialmente illuminato con la sua luce elettrica, fredda, inumana, l’opposto regno ctonio dello Scorpione, con i suoi oscuri presagi di morte e di devastazione (bellica, ambientale, ecc), generando fantasmi del passato e utopie di corpi mutanti e immortali, mostri/prodigi della disidentità (la quadratura al Leone), al confine tra umano e non umano, che vivono all’interno dei contorni dell’incubo e ci parlano della dimensione deformata dell’Ombra umana.
Sta di fatto che Afrodite nasce solo dopo che Saturno (il senso del limite) evira la proteiforme capacità di Urano di generare mostri.

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