martedì 1 febbraio 2011

La Vittoria dei Barbari

Lo scorso agosto è uscito su Wired e La Repubblica un articolo di Alessandro Baricco dal titolo 2026 – La vittoria dei barbari, una sorta di appendice a I barbari – Saggio sulla mutazione del 2006.

Baricco sostiene che in questa nostra epoca la ricerca del senso non prende più la direzione della profondità, ma si va sempre più spostando “ad abitare la superficie delle evidenze e delle cose”, e che questo fa parte di un processo di mutazione caratterizzato dalla scelta della velocità a discapito dell’approfondimento, da un fare esperienza attraverso la simultaneità e la sovrapposizione degli stimoli, privilegiando la capacità di stabilire connessioni a partire da frammenti superficiali della realtà. Dei nuovi barbari, cioè noi, dice: “Si muovono a stormi, guidati da un rivoluzionario istinto a creazioni collettive e sovra personali. (…) Da questi barbari stiamo ricevendo un'impaginazione del mondo adatta agli occhi che abbiamo, un design mentale appropriato ai nostri cervelli, e un plot della speranza all'altezza dei nostri cuori.”

Molti di noi adulti – che vedono solo il cerchio piatto e bidimensionale - hanno la sensazione che questi nuovi barbari abbiano in realtà occhi incapaci di vedere la realtà ultima delle cose, cervelli andati a male per iperstimolazione e cuori incapaci di vere passioni. Ma sarà vero? E’ un movimento troppo potente e pervasivo per essere un semplice accidente o incidente di percorso. Chi guarda al cerchio vedendo invece una spirale, intuisce che in tutto questo c’è una potente finalità evolutiva. I nuovi barbari stanno rispondendo al diktat dell’incipiente Era dell’Aquario, stanno rispondendo allo stimolo più potente su cui ci moduleremo nei prossimi 2000 anni. La traslazione del senso dalla profondità in superficie ci consente di stabilire quella fitta rete di interconnessioni necessaria alla creazione della comunità orizzontale, che rappresenta l’ideale politico e sociale dell’Aquario.

Nella conferenza che ho tenuto lo scorso maggio a Roma osservavo proprio a proposito dell’Aquario: “L’ultimo dei segni d’Aria presiede alla comunicazione, ai flussi energetici e agli scambi tra il singolo e la comunità, secondo un modello di interazione non più basato su una struttura di potere verticistica e gerarchizzata, ma su un piano di reale parità tra soggetti che cooperano per il bene comune sulla base di un ideale umano e sociale condiviso. Il principio alla base della visione politica e sociale dell’Aquario è quello della rete, del networking, in cui non esistono più i vertici del potere, ma singole unità, da intendersi sia come individui sia come comunità, che cooperano attivamente tra loro secondo modelli di interazione realmente egalitari, in cui lo scambio tra individui e comunità avviene attraverso una fitta rete orizzontale di interconnessioni, in cui l’unicità umana e culturale di ogni singolo soggetto viene riconosciuta come un valore imprescindibile, e quindi favorita e protetta, senza che per questo il singolo si senta mai svincolato dal gruppo.”

La superficialità, questa straordinaria abilità nel surfing, è funzionale alla creazione della Rete, e per Rete non si intende Internet o Facebook, ma qualcosa che allo stato attuale è difficilmente immaginabile: la possibilità della completa interconnessione psichica e energetica di ogni abitante di questo pianeta con tutti gli altri viventi, pianeta Terra compreso. Per ora ci stiamo esercitando con un simulatore virtuale di Rete; quando saremo pronti, abbandoneremo o saremo costretti ad abbandonare queste reti virtuali, per interconnetterci autenticamente l’uno all’altro. Sarà allora che recupereremo la profondità del cuore, perché lo spostamento precessionale avviene su di un asse, in cui all’opposto dell’Aquario c’è il Leone, simbolo del Sole, del cuore e di ogni centro radiante di autocoscienza.

E’ bene allora osservarli meglio questi mutanti, perché è solo da loro che possiamo avere indicazioni utili per il futuro.

“In ogni caos c’è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto” C.G. Jung

L’articolo di Baricco può essere letto al seguente indirizzo:

3 commenti:

grisou ha detto...

Assolutamente condivisibile!
(G-8) colpita ed affondata una portaerei!

observer ha detto...

molto interessante condivido tutto tanto che anch'io mi sono soofermato spesso sull'articolo e sul libro di Baricco traendone conclusioni vicine alle tue.
Mi rimane solo un dubbio che fine fa la profondità il piacere di scavare il bisogno di un pò di solitudine che penso appartenga all'uomo. quando saremo tutti connessi cosa vorrà dire individualità ?

Ciao Luca

Simone ha detto...

Vorrà dire che la solitudine sarà di nuovo una scelta ricercarla e non una condizione dettata dalla paura!

ciao simone