sabato 11 giugno 2011

Casa dodicesima: Drago divorante o misterioso suggeritore?

Tra la prima e la dodicesima casa del nostro tema natale si instaura un dialogo spesso non facile da comprendere. La chiave sta probabilmente nel tener conto del fatto che queste due case sono separate dall’Ascendente, cioè da quella cesura che simbolizza il momento della nostra nascita, in cui abbiamo abbandonato il grembo materno per fare ingresso nel mondo.

In dodicesima casa eravamo totalmente fusi con la nostra madre biologica, ma anche e forse soprattutto con la madre oceanica, fonte di ogni forma di vita (la Luna esaltata in Pesci secondo la Morpurgo), da cui poi ci siamo separati con un atto marziano di autoaffermazione.

Ma il concetto di ciclicità fortemente insito nella Luna implica anche l’idea dell’eterno ritorno.
Credo che perlomeno nella prima fase della vita l’attrazione esercitata dalla madre-mare/casa dodicesima venga percepita come una sorta di tentativo di risucchio da parte del regno dell’indifferenziato nei confronti di un Io ancora troppo fragile. In questi casi, la madre oceanica assume facilmente le sembianze di Tiamat, la madre drago che tenta di divorare i propri figli e che viene smembrata da Marduk/Marte. Credo che la presenza di pianeti e soprattutto della Luna in Casa 12 possa generare inizialmente sensazioni di questo tipo.

Nella seconda parte della vita l’attrazione esercitata dalla casa dodicesima può cambiare valenza. A questo punto, infatti, l’Io/Casa I non teme più di essere riassorbito dal regno dell’indifferenziato. Il senso di identità si è stabilizzato e può lasciare spazio all’ascolto di messaggi sottili che trapelano dai veli della Casa 12. In questa fase, i pianeti in casa 12 si comportano come dei misteriosi suggeritori, come i portavoce del regno delle infinite possibilità dell’essere, da cui scaturiscono tutti i modelli vitali. Più questi pianeti sono vicini all’Ascendente, più il loro messaggio arriva forte e chiaro; più ne sono lontani, più le loro voci assomigliano a lontani bisbigli filtrati dalle acque nettuniane dell’inconscio.

Il prologo di Lady in the Water parla proprio di questo:

Credo che la stessa dinamica si attui tra il segno dell’Ariete e quello dei Pesci.
Con l’ingresso di Urano in Ariete è nato qualcosa di nuovo al livello del mentale superiore dell’umanità (Urano è il reggente karmico di questo segno, mentre il suo governatore esoterico è Mercurio, come a dire che l’azione evoluta scaturisce dall’intelligenza e dall’intuizione).
Questa nuova idea di noi nel mondo, questo nuovo paradigma di civiltà, come ogni neonato, è forte e fragile al tempo stesso. Il timore che possa essere riassorbito dal regno dell’indifferenziato credo che alberghi più o meno inconsapevolmente nel cuore di ognuno di noi. Ci vorrà del tempo prima che la sua identità si stabilizzi.
A questo punto, mi piace pensare a Nettuno in Pesci come alla madre/mare/Maria che dal suo regno acquatico instaura una sorta di dialogo telepatico con il nuovo nato, un dialogo fatto di immagini oniriche, sogni, percezioni sottili, che come una musica possano guidare con amore il piccolo verso il suo destino. 

2 commenti:

Flavia ha detto...

Grazie Ale, come sempre ci doni delle chiavi di lettura astrologiche particolari e filosoficamente nutrienti!

Alessandra Lanzoni ha detto...

Grazie a te, Flavia, per avermi fatto vedere il prologo di Lady in the Water :-)