Il modo in cui mi sono espressa
nei confronti di Maria Elena Boschi nel post sul governo Gentiloni mi ha
attirato critiche di antifemminismo, di una sorta di invidia inconscia nei
confronti delle donne belle, intelligenti e di successo.
Solitamente non rispondo alle
provocazioni, ma in questo caso ci tengo a fare delle precisazioni perché è da
circa un anno che mi vedo impegnata in una ricerca piuttosto approfondita
proprio sul femminile.
Le donne che popolano e hanno
popolato negli ultimi vent’anni il panorama politico italiano sono quasi senza
eccezioni l’espressione di un femminile che per emergere ha aderito totalmente
alle dinamiche e ad un sistema di valori tipicamente maschile. Che siano
bamboline o virago, ognuna di loro si è accodata al branco del maschio alfa
nell’illusione di poter contare.
Nessuna di loro ha minimamente
scalfitto le regole del gioco, anzi spesso sono state usate come portabandiera
di leggi e riforme che ci hanno tolto giustizia sociale e diritti. E questo,
checché se ne dica, avviene perché l’agenda politica continua ad essere nelle
mani di leader maschi unicamente interessati al potere e al controllo. E a
questa leadership maschile non si contrappone una presenza femminile che,
partendo proprio dal diverso modo che hanno le donne di essere nel mondo, riesca
a fare pressione affinché ciò che interessa realmente alle donne diventi
importante.
Nessuna di queste donne ha speso
le proprie energie per mettere davvero in discussione un modello sociale sempre
più improntato alla sperequazione e alla disuguaglianza, dove sono sempre i più
deboli a farne le spese, in primis donne e bambini. Si sono accontentate di
raggiungere posizioni di pseudo-potere, lasciandosi invischiare nei giochi per
la supremazia del leader di turno, per poi scomparire senza lasciare traccia quando
le fortune dei loro protettori sono tramontate.
Non ho visto nessuna di loro
impegnarsi in modo particolare affinché il cibo che mangiamo sia più sano e l’aria
che respiriamo più pulita, affinché i nostri figli abbiano un’istruzione
decente e un futuro su cui poter contare, affinché ci siano più diritti e
giustizia sociale per tutti e i problemi vengano affrontati nella loro
complessità con onestà e buon senso.
Tutto questo non sembra
esercitare su di esse una particolare attrattiva perché, come la dea Atena,
sono donne nate dalla testa del padre, sempre pronte a promuovere gli interessi
di questa nostra società ancora fortemente patriarcale e a favorire il destino
degli eroi; donne simbolicamente senza madre, che hanno un pessimo rapporto con
le proprie simili, e quindi incapaci di accrescere la loro forza creando dei
gruppi di pressione di donne su argomenti che interessano alle donne e non agli
uomini; donne interessate solo al potere e alla strategia, corazzate, prive di empatia e
di compassione, istericamente aggressive ma senza vero coraggio; donne che
fanno incazzare le donne perché sfruttano al massimo i vantaggi e le
opportunità ottenuti dalle donne grazie alle lotte femministe senza mettere mai
lontanamente in discussione le posizioni maschiliste dello status quo.
In quanto donna, più che
rappresentata, mi sento tradita da figure politiche come quella di Maria Elena
Boschi, verso cui non nutro nessuna invidia inconscia, ma nei cui confronti –
per i motivi di cui sopra – non nutro alcuna simpatia.
1 commento:
il post non mi è sembrato antifemminista, ma mi piacerebbe che una rubrica che parla di astrologia non sconfinasse nell'esternazione delle simpatie politiche, forse sarebbe più opportuno mantenere il discorso su un piano più "neutro" e puramente astrologico, anche perché se capito qui è perché sono interessato all'astrologia, non alla politica in senso soggettivo
ed è un peccato perché dal punto astrologico le tue analisi sono puntuali e serie
un saluto
Mario
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