venerdì 3 novembre 2023

Sole opposto a Giove e Venere opposta a Nettuno: Trasformazione e umiltà

 

Amare se stessi è un grande atto di umiltà, di conciliazione con i propri limiti, le proprie paure, le proprie insufficienze” (Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell’amore)

 

Oggi, 3 novembre, nel cielo si perfezionano due opposizioni, due tiri alla fune, che intrecciandosi tra loro da una parte ci tengono in ostaggio e dall’altra ci comunicano due messaggi molto importanti: l’opposizione del Sole a Giove e l’opposizione di Venere a Nettuno.

 

Il Sole è il nucleo centrale della nostra energia e Giove simbolizza l’irraggiamento di tale energia verso gli altri e l’esterno. Quando il binomio Sole/Giove non opera in modo armonico, possiamo inibire il principio gioviano, accentrando tutta o gran parte dell’energia solare in noi stessi in una sorta di avarizia energetica che ci rende più o meno “autistici”, cioè persone che manifestano difficoltà nell’interazione sociale, con interessi ristretti e stereotipati e con difficoltà di comunicazione, che tendono a sfuggire il contatto umano, sorde ai bisogni degli altri e fortemente concentrate sul soddisfacimento delle proprie necessità, persone che non sorridono quasi mai perché anche il sorriso è un dono che facciamo all’altro e che viene dal cuore.

Oppure possiamo inibire un sano uso del principio solare, investendo tutta la nostra energia nell’interazione con l’altro e l’esterno, in una sorta di proliferazione egoica che ci rende più o meno “invadenti”, cioè persone che entrano a gamba tesa nella vita degli altri imponendo senza discrezione la loro presenza o il loro interessamento, ingerendo in questioni che non le riguardano; persone che non si rendono conto che esistono dei limiti nel rapportarsi agli altri e che mirano ad assumere il controllo della vita altrui in un modo spesso morboso e inopportuno, se non molesto.

Quest’opposizione del Sole in Scorpione a Giove in Toro ci pone di fronte ad un Sole che si sente sepolto vivo nel regno dei morti, quasi sopraffatto dal dolore e dal senso di morte che sente attorno a sé, che sente la propria energia scivolare via da sé come una fiammella che ad ogni momento rischia di spegnersi nel buio, e che può aggrapparsi disperatamente al piano puramente materiale e sensuale di Giove in Toro per cercare di placare quella dolorosa sensazione di perdita di controllo sulla propria vita, imboccando la via che apparentemente offre la resistenza minore. Oppure di un Sole rabbioso, rancoroso, che, proprio perché si sente morire, brucia tutte le sue ultime risorse in un ultimo falò al grido di “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, accettando che l’unico riscatto/vendetta possibile implichi anche la propria autodistruzione.

In realtà il Sole in Scorpione non sta morendo, ma sta cambiando pelle, identità, sta subendo un processo di profonda trasformazione in cui Giove lo invita a reinvestire sui propri talenti, sulla propria autostima e sul senso del proprio valore personale, accettando la fine e la necessaria elaborazione del lutto e imparando a fluire attorno e attraverso gli ostacoli come l’acqua: sfruttando la sensibilità dell’acqua per tornare a far proliferare la vita sulla terra.

 

Questa opposizione Sole/Giove influisce su quella Venere/Nettuno e ne subisce a sua volta l’influsso. Venere, infatti, è semiquadrata al Sole e sesquiquadrata a Giove, e Giove è a sua volta semiquadrato a Nettuno, creando questa coppia di triangoli disarmonici, estremamente sfidante, che intreccia le due opposizioni tra loro.

 

Venere in Vergine opposta a Nettuno in Pesci è una sorta di post-it che ci ricorda quanto il nostro mondo sia malato per carenza di amore e di bellezza, di dignità e di rispetto per la vita, ci dice che abbiamo bisogno di una “terapia” dell’amore, di una “disciplina” dell’amore, e che l’amore non è sogno, ma un impegno quotidiano, instancabile, volto al bene verso se stessi, gli altri e l’ambiente, perché il divino abita nelle piccole come nelle grandi cose, nei piccoli gesti quotidiani di cura e di gentilezza, nell’attenzione e nella presenza che poniamo in ogni cosa, in ogni gesto e in ogni parola. E’ un invito a non dipendere acriticamente dalla fatalità, ma piuttosto ad estrarre quotidianamente un pezzetto di ordine dal caos, per quanto faticoso, frustrante e illusorio possa apparire. E così, mentre Nettuno in Pesci può indurci a desiderare di fonderci con l’universo come via di fuga da un mondo in cui non ci riconosciamo più, Venere in Vergine ci strappa a questo sogno di fusione con la fonte dell’amore universale e incondizionato per ricordarci che l’amore è anche pazienza, attenzione, opere e servizio. E’ una Venere che ricorda la bellezza e la profondità del gesto che Gesù compie quando si inginocchia per lavare i piedi ai discepoli, o l’altrettanta bellezza e profondità del saluto indiano Namastè.

 

“L’estremo lembo dell’audacia è amare umilmente se stessi” (Don Luigi Giussani, Un evento reale nella vita dell’uomo (1990-1991)


"Loving oneself is a great act of humility, of reconciliation with one's limits, one's fears, one's inadequacies" (Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell’amore)

 

Today, Nov. 3rd, two oppositions (the opposition of the Sun to Jupiter and the opposition of Venus to Neptune) are taking place in the sky, two intertwining tugs of war, which on the one hand hold us in hostage and on the other hand convey us a very important message, namely how much patience and humility are needed to support the processes of transformation.

 

The Sun is the core source of our energy and Jupiter symbolises the radiance of that energy towards others and the outside world. When the Sun/Jupiter duo does not operate harmoniously, we can inhibit the Jupiterian principle, focusing all or most of the Sun's energy onto ourselves in a kind of energetic avarice that makes us more or less 'autistic', i.e. people who manifest difficulties in social interaction, with narrow and stereotyped interests and with communication difficulties, who tend to shy away from human contact, deaf to the needs of others and strongly focused on satisfying their own needs, people who hardly ever smile because a smile is also a gift we give to others and which comes from the heart.

 

Or we can inhibit a healthy use of the solar principle, investing all our energy in interacting with others and the outside world, in a sort of egoic proliferation that makes us more or less 'intrusive', i.e. people who intrude into the lives of others, imposing their presence or interest without discretion, meddling in matters that do not concern them; people who do not realise that there are limits when dealing with others and who aim to take control of others' lives in a way that is often morbid and inappropriate, if not harassing.

 

This opposition of the Sun in Scorpio to Jupiter in Taurus confronts us with a Sun who feels buried alive in the realm of the dead, almost overwhelmed by the pain and sense of death that he feels all around him, who senses his own energy slipping away from him like a flame that at every moment threatens to fade into darkness, and who may cling desperately to the purely material and sensual plane of Jupiter in Taurus to try to assuage that painful feeling of loss of control over his life, taking the path that apparently offers the least resistance. Or of an angry, resentful Sun who, precisely because he feels he is dying, burns all his last resources in a final bonfire to the cry of 'Die Samson with all the Philistines', accepting that the only possible redemption/revenge also involves his own self-destruction.

 

In reality, the Sun in Scorpio is not dying, but is changing its skin, its identity, undergoing a process of profound transformation in which Jupiter invites it to reinvest in its talents, its self-esteem and its sense of personal worth, accepting the end and the necessary mourning process and learning to flow around and through obstacles like water: harnessing the sensitivity of water to make life flourish again on earth.

 

This Sun/Jupiter opposition affects the Venus/Neptune opposition and is in turn influenced by it. Venus, in fact, is semi-square to the Sun and sesquiquadrate to Jupiter, and Jupiter is in turn semi-square to Neptune, creating this extremely challenging pair of disharmonious triangles, which weave the two oppositions together.

 

Venus in Virgo opposing Neptune in Pisces is a yellow sticky note reminding us how sick our world is for lack of love and beauty, of dignity and respect for life, telling us that we need a 'therapy' of love, a 'discipline' of love, and that love is not a dream, but a daily, untiring commitment to the good towards oneself, others and the environment, because the divine dwells in small as well as in big things, in the small daily acts of care and kindness, in the attention and presence we place in everything, in every act and in every word. It is an invitation not to depend uncritically on fatality, but rather to extract every single day a little piece of order from chaos, however tiring, frustrating and illusory it may appear. And so, while Neptune in Pisces may lead us to desire to merge with the universe as an escape route from a world in which we no longer recognise ourselves, Venus in Virgo snatches us away from this dream of fusion with the source of universal and unconditional love to remind us that love is also patience, attention, deeds and service. It is a Venus that reminds us of the beauty and depth of the gesture Jesus makes when he kneels to wash the disciples' feet, or the equally beauty and depth of the Indian greeting Namastè.

 

"The extreme edge of audacity is to humbly love oneself" (Don Luigi Giussani, Un evento reale nella vita dell’uomo (1990-1991))

 


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