“Amare se stessi è un grande atto di umiltà, di conciliazione con i
propri limiti, le proprie paure, le proprie insufficienze” (Vito Mancuso, Io
amo. Piccola filosofia dell’amore)
Oggi, 3 novembre, nel cielo si perfezionano due opposizioni, due tiri alla
fune, che intrecciandosi tra loro da una parte ci tengono in ostaggio e dall’altra
ci comunicano due messaggi molto importanti: l’opposizione del Sole a Giove e l’opposizione
di Venere a Nettuno.
Il Sole è il nucleo centrale della nostra energia e Giove simbolizza l’irraggiamento
di tale energia verso gli altri e l’esterno. Quando il binomio Sole/Giove non
opera in modo armonico, possiamo inibire il principio gioviano, accentrando tutta
o gran parte dell’energia solare in noi stessi in una sorta di avarizia
energetica che ci rende più o meno “autistici”, cioè persone che manifestano
difficoltà nell’interazione sociale, con interessi ristretti e stereotipati e
con difficoltà di comunicazione, che tendono a sfuggire il contatto umano,
sorde ai bisogni degli altri e fortemente concentrate sul soddisfacimento delle
proprie necessità, persone che non sorridono quasi mai perché anche il sorriso
è un dono che facciamo all’altro e che viene dal cuore.
Oppure possiamo inibire un sano uso del principio solare, investendo tutta
la nostra energia nell’interazione con l’altro e l’esterno, in una sorta di
proliferazione egoica che ci rende più o meno “invadenti”, cioè persone che
entrano a gamba tesa nella vita degli altri imponendo senza discrezione la loro
presenza o il loro interessamento, ingerendo in questioni che non le riguardano;
persone che non si rendono conto che esistono dei limiti nel rapportarsi agli
altri e che mirano ad assumere il controllo della vita altrui in un modo spesso
morboso e inopportuno, se non molesto.
Quest’opposizione del Sole in Scorpione a Giove in Toro ci pone di fronte
ad un Sole che si sente sepolto vivo nel regno dei morti, quasi sopraffatto dal
dolore e dal senso di morte che sente attorno a sé, che sente la propria
energia scivolare via da sé come una fiammella che ad ogni momento rischia di
spegnersi nel buio, e che può aggrapparsi disperatamente al piano puramente
materiale e sensuale di Giove in Toro per cercare di placare quella dolorosa sensazione
di perdita di controllo sulla propria vita, imboccando la via che apparentemente
offre la resistenza minore. Oppure di un Sole rabbioso, rancoroso, che, proprio
perché si sente morire, brucia tutte le sue ultime risorse in un ultimo falò al
grido di “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, accettando che l’unico riscatto/vendetta
possibile implichi anche la propria autodistruzione.
In realtà il Sole in Scorpione non sta morendo, ma sta cambiando pelle,
identità, sta subendo un processo di profonda trasformazione in cui Giove lo
invita a reinvestire sui propri talenti, sulla propria autostima e sul senso
del proprio valore personale, accettando la fine e la necessaria elaborazione
del lutto e imparando a fluire attorno e attraverso gli ostacoli come l’acqua:
sfruttando la sensibilità dell’acqua per tornare a far proliferare la vita
sulla terra.
Questa opposizione Sole/Giove influisce su quella Venere/Nettuno e ne subisce
a sua volta l’influsso. Venere, infatti, è semiquadrata al Sole e
sesquiquadrata a Giove, e Giove è a sua volta semiquadrato a Nettuno, creando
questa coppia di triangoli disarmonici, estremamente sfidante, che intreccia le
due opposizioni tra loro.
Venere in Vergine opposta a Nettuno in Pesci è una sorta di post-it che ci
ricorda quanto il nostro mondo sia malato per carenza di amore e di bellezza, di
dignità e di rispetto per la vita, ci dice che abbiamo bisogno di una “terapia”
dell’amore, di una “disciplina” dell’amore, e che l’amore non è sogno, ma un
impegno quotidiano, instancabile, volto al bene verso se stessi, gli altri e l’ambiente,
perché il divino abita nelle piccole come nelle grandi cose, nei piccoli gesti
quotidiani di cura e di gentilezza, nell’attenzione e nella presenza che
poniamo in ogni cosa, in ogni gesto e in ogni parola. E’ un invito a non
dipendere acriticamente dalla fatalità, ma piuttosto ad estrarre
quotidianamente un pezzetto di ordine dal caos, per quanto faticoso, frustrante
e illusorio possa apparire. E così, mentre Nettuno in Pesci può indurci a
desiderare di fonderci con l’universo come via di fuga da un mondo in cui non
ci riconosciamo più, Venere in Vergine ci strappa a questo sogno di fusione con
la fonte dell’amore universale e incondizionato per ricordarci che l’amore è
anche pazienza, attenzione, opere e servizio. E’ una Venere che ricorda la
bellezza e la profondità del gesto che Gesù compie quando si inginocchia per
lavare i piedi ai discepoli, o l’altrettanta bellezza e profondità del saluto indiano
Namastè.
“L’estremo lembo dell’audacia è amare umilmente se stessi” (Don Luigi
Giussani, Un evento reale nella vita dell’uomo (1990-1991)
"Loving oneself is a
great act of humility, of reconciliation with one's limits, one's fears, one's
inadequacies" (Vito Mancuso, Io amo. Piccola filosofia dell’amore)
Today, Nov. 3rd, two
oppositions (the opposition of the Sun to Jupiter and the opposition of Venus
to Neptune) are taking place in the sky, two intertwining tugs of war, which on
the one hand hold us in hostage and on the other hand convey us a very
important message, namely how much patience and humility are needed to support
the processes of transformation.
The Sun is the core source of
our energy and Jupiter symbolises the radiance of that energy towards others
and the outside world. When the Sun/Jupiter duo does not operate harmoniously,
we can inhibit the Jupiterian principle, focusing all or most of the Sun's
energy onto ourselves in a kind of energetic avarice that makes us more or less
'autistic', i.e. people who manifest difficulties in social interaction, with
narrow and stereotyped interests and with communication difficulties, who tend
to shy away from human contact, deaf to the needs of others and strongly
focused on satisfying their own needs, people who hardly ever smile because a
smile is also a gift we give to others and which comes from the heart.
Or we can inhibit a healthy
use of the solar principle, investing all our energy in interacting with others
and the outside world, in a sort of egoic proliferation that makes us more or
less 'intrusive', i.e. people who intrude into the lives of others, imposing
their presence or interest without discretion, meddling in matters that do not
concern them; people who do not realise that there are limits when dealing with
others and who aim to take control of others' lives in a way that is often
morbid and inappropriate, if not harassing.
This opposition of the Sun in
Scorpio to Jupiter in Taurus confronts us with a Sun who feels buried alive in
the realm of the dead, almost overwhelmed by the pain and sense of death that
he feels all around him, who senses his own energy slipping away from him like
a flame that at every moment threatens to fade into darkness, and who may cling
desperately to the purely material and sensual plane of Jupiter in Taurus to
try to assuage that painful feeling of loss of control over his life, taking
the path that apparently offers the least resistance. Or of an angry, resentful
Sun who, precisely because he feels he is dying, burns all his last resources
in a final bonfire to the cry of 'Die Samson with all the Philistines',
accepting that the only possible redemption/revenge also involves his own
self-destruction.
In reality, the Sun in Scorpio
is not dying, but is changing its skin, its identity, undergoing a process of
profound transformation in which Jupiter invites it to reinvest in its talents,
its self-esteem and its sense of personal worth, accepting the end and the
necessary mourning process and learning to flow around and through obstacles
like water: harnessing the sensitivity of water to make life flourish again on
earth.
This Sun/Jupiter opposition
affects the Venus/Neptune opposition and is in turn influenced by it. Venus, in
fact, is semi-square to the Sun and sesquiquadrate to Jupiter, and Jupiter is
in turn semi-square to Neptune, creating this extremely challenging pair of
disharmonious triangles, which weave the two oppositions together.
Venus in Virgo opposing
Neptune in Pisces is a yellow sticky note reminding us how sick our world is
for lack of love and beauty, of dignity and respect for life, telling us that
we need a 'therapy' of love, a 'discipline' of love, and that love is not a
dream, but a daily, untiring commitment to the good towards oneself, others and
the environment, because the divine dwells in small as well as in big things,
in the small daily acts of care and kindness, in the attention and presence we
place in everything, in every act and in every word. It is an invitation not to
depend uncritically on fatality, but rather to extract every single day a
little piece of order from chaos, however tiring, frustrating and illusory it
may appear. And so, while Neptune in Pisces may lead us to desire to merge with
the universe as an escape route from a world in which we no longer recognise
ourselves, Venus in Virgo snatches us away from this dream of fusion with the
source of universal and unconditional love to remind us that love is also
patience, attention, deeds and service. It is a Venus that reminds us of the
beauty and depth of the gesture Jesus makes when he kneels to wash the
disciples' feet, or the equally beauty and depth of the Indian greeting
Namastè.
"The extreme edge of
audacity is to humbly love oneself" (Don Luigi Giussani, Un evento reale nella
vita dell’uomo (1990-1991))
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