Ognuno di noi nasce con un
talento particolare, un’abilità che indirizza inevitabilmente le scelte e il
modo di operare nel mondo. Io sono nata interprete. Interpretare significa
risalire ad un significato partendo da un segno. E’ una sorta di caccia al
tesoro in cui il premio consiste nel riuscire a dare un senso personale
all’esperienza. Per chi nasce con questa forma
mentis, ogni cosa è come se contenesse un messaggio che va intuito tramite
la lettura di simboli.
Probabilmente alla base della
spinta interiore verso una rappresentazione simbolica del reale c’è il bisogno
di affrancarsi dall’angoscia del contingente: la sottile inquietudine di chi
osserva la “normale” imponderabilità del caos e a ciò reagisce mettendosi in
cammino alla ricerca di quel filo rosso che consente di ricongiungere fatto e
significato.
Questo bisogno di una narrazione
che trascenda il nudo segno attraverso un alfabeto più ricco di senso può farsi
però ossessivo, proprio per la straordinaria capacità del reale di eludere il
nostro tentativo di comprenderlo tramite mappe cognitive.
Nella mia vita, la ricerca del
sistema di decrittazione perfetto è iniziata con lo studio delle lingue
straniere - ritenendo forse che tramite lingue diverse si potessero cogliere e
comunicare ulteriori sensi - passando poi per lo studio dei miti,
dell’ermetismo e dell’alchimia, senza tralasciare Jung, approdando infine
all’astrologia.
Sebbene sia lungi dall’essere
perfetto, l’alfabeto astrologico è quello che mi ha incuriosito di più e su cui
mi sono soffermata più a lungo perché ha dimostrato di essere un codice
simbolico di interpretazione della realtà estremamente vivo, duttile e
versatile. Ad esempio, una cosa è bella nella misura in cui l’archetipo della
Bellezza è presente in essa, archetipo che in astrologia è simbolizzato da
Venere. Ma se Venere si trova nel segno dell’Ariete, governato da Marte, il
nostro ideale di bellezza avrà qualcosa di eroico, si risveglierà nella
battaglia e nella sfida, portandoci a reagire ad esso in modo passionale ed
istintivo. Se poi Venere in Ariete sarà opposta a Saturno in Bilancia,
avvertiremo tutto il peso del confronto con l’altro, che si contrappone come un
muro ai nostri istintivi slanci eroici, esigendo da noi un maggiore equilibrio…
e così via.
L’astrologia offre l’indubbio
vantaggio di poter operare una diversa organizzazione archetipica degli eventi,
sia intrapsichici che del mondo che ci circonda, ma poiché ogni rimedio può trasformarsi
in veleno, anch’essa può tramutarsi in una ricerca ossessiva di narrare il
mondo solo attraverso la sua modalità interpretativa, fino a privarci della
naturalità nell’esperienza del reale.
Nella mia ricerca di senso, la
dimensione simbolica era diventata una sorta di ossessione, che non permetteva
più alla vita di sorprendermi e stancava la mia mente. Ma la vita, più saggia
di qualunque teoria, mi ha costretto a cambiare radicalmente prospettiva,
costringendomi a trasferirmi da Roma nella Bassa padana.
Qui, in questo paese pigramente
operoso, dove lo sguardo tocca l’orizzonte senza incontrare
ostacoli, e l’azzurro del cielo e il verde della campagna hanno una potenza
tale da impedire qualunque fraintendimento riguardo la loro natura, il mio
bisogno di creare metafore del reale attraverso i simboli si è placato. Ora,
mentre cammino sull’argine seguendo il corso sinuoso del Secchia, o quando una
lepre mi attraversa la strada o un airone cinerino si alza in volo mentre guido
tranquillamente per le strade di campagna, non sento il bisogno di “tradurre”
ciò che mi accade: la Natura parla un linguaggio che non ha bisogno di essere
decrittato, le sue parole vengono riconosciute direttamente dall’anima senza
alcun bisogno di passare per il vaglio della mente, che finalmente riposa.
Questo articolo è stato recentemente pubblicato sul numero 012 del trimestrale Tutto Qui & Dintorni http://www.tuttoqui.info/
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