Tra la prima e la dodicesima casa del nostro tema natale si instaura un dialogo spesso non facile da comprendere. La chiave sta probabilmente nel tener conto del fatto che queste due case sono separate dall’Ascendente, cioè da quella cesura che simbolizza il momento della nostra nascita, in cui abbiamo abbandonato il grembo materno per fare ingresso nel mondo.
In dodicesima casa eravamo totalmente fusi con la nostra madre biologica, ma anche e forse soprattutto con la madre oceanica, fonte di ogni forma di vita (la Luna esaltata in Pesci secondo la Morpurgo), da cui poi ci siamo separati con un atto marziano di autoaffermazione.
Ma il concetto di ciclicità fortemente insito nella Luna implica anche l’idea dell’eterno ritorno.


Il prologo di Lady in the Water parla proprio di questo:
Credo che la stessa dinamica si attui tra il segno dell’Ariete e quello dei Pesci.
Con l’ingresso di Urano in Ariete è nato qualcosa di nuovo al livello del mentale superiore dell’umanità (Urano è il reggente karmico di questo segno, mentre il suo governatore esoterico è Mercurio, come a dire che l’azione evoluta scaturisce dall’intelligenza e dall’intuizione).
Questa nuova idea di noi nel mondo, questo nuovo paradigma di civiltà, come ogni neonato, è forte e fragile al tempo stesso. Il timore che possa essere riassorbito dal regno dell’indifferenziato credo che alberghi più o meno inconsapevolmente nel cuore di ognuno di noi. Ci vorrà del tempo prima che la sua identità si stabilizzi.
A questo punto, mi piace pensare a Nettuno in Pesci come alla madre/mare/Maria che dal suo regno acquatico instaura una sorta di dialogo telepatico con il nuovo nato, un dialogo fatto di immagini oniriche, sogni, percezioni sottili, che come una musica possano guidare con amore il piccolo verso il suo destino.
2 commenti:
Grazie Ale, come sempre ci doni delle chiavi di lettura astrologiche particolari e filosoficamente nutrienti!
Grazie a te, Flavia, per avermi fatto vedere il prologo di Lady in the Water :-)
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